Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

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LE SFERE OMOCENTRICHE 
uguale alla massima anomalia della Luna, che è in media di 6°; 
l’ippopeda lunare avrebbe avuto 12° di lunghezza, e la mas 
sima sua digressione dal circolo lunare non eccedendo 9', ne 
veniva una perturbazione affatto insensibile nel moto di lati 
tudine. Anche per la Luna dunque potevano con queste sup 
posizioni rappresentarsi i fenomeni altrettanto bene che con 
qualunque altra teoria immaginata prima della scoperta del- 
1’ evezione. 
Ecco quanto è possibile dire, senza correr pericolo di per 
dersi in vane congetture, intorno alle correzioni che Callippo 
aveva apportato alle ipotesi d’ Eudosso. Egli aveva paragonato 
la teoria allora ricevuta col risultato delle osservazioni; aveva 
trovato delle differenze; conseguentemente si era ingegnato di 
togliere queste differenze, correggendo le ipotesi anteriori. 
Procedimento di natura intieramente scientifica, che sarà de 
gnamente apprezzato da chi nel giudicare del merito di quegli 
antichi investigatori saprà distinguere il metodo , che imprime 
alle ricerche il loro vero carattere, dai mezzi e dagli .strumenti, 
che sono circostanze puramente accidentali. Eudosso e Callippo 
non ebbero strumenti esatti, non ebbero il soccorso della trigo 
nometria; aiutandosi però con costruzioni grafiche, e forse 
anche con quel ramo della meccanica cui i Grreci davano il 
nome speciale sferopea (cnpuiQOJtouci), e che sembra fosse allora 
assai più necessario e più importante che non adesso ( 1 ), essi 
riuscirono ad acquistare un’ idea esatta del movimento risul 
tante dalla combinazione di tante sfere, e seppero adattarne 
la disposizione ai fenomeni. È certo, che questi mezzi, propor 
zionati alle esigenze del tempo, allora bastavano a tutti i pro 
blemi dell’ astronomia teorica e pratica, e che esisteva allora 
veramente un’ Astronomia senza Trigonometria ; che che abbia 
in proposito creduto un celebre storico della nostra scienza, il 
quale in essa sembra non abbia mai voluto veder altro, che 
che egli fu assiduo osservatore della Luna, e che il suo coetaneo e com 
patriota Elicone si occupava nella predizione delle eclissi; si può in con 
trario anche dire, che la scoperta del moto degli apsidi richiede molte 
condizioni che non sappiamo se fossero riunite allora nell’astronomo 
Ciziceno. Trenta o quarant’anni prima, Eudosso ignorava persino l’eccen 
tricità dell’ orbe lunare. Meglio è dunque lasciar la questione sospesa. 
fi) Secondo gli antichi, sferopea (arte di costruire le sfere) chiamavasi 
quella parte della meccanica che ha per oggetto 1’ imitazione materiale dei 
movimenti celesti. V. Proclo, Comm. Enel., p. 41, ed. Friedlein.
	        
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