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darà dunque :
dx"‘
dp
, \,dx( n )
in cui -y indica la derivata di
Ma siccome si ha :
x'—o'— p,x"=o" —p, ec x( n )—o( n ) —p ;
così si avrà :
dx' dx" dx'" _ dxM _
dp dp~dp dp ’
e l’equazione precedente si ridurrà a questa :
(b) f (x r ) -h f (®") -4- y (x'") 4-.. 4- y (x (*)) = o.
E facile vedere che quest’ eguaglianza è simmetrica rispetto
alle x e quindi anche rispetto alle osservazioni o. Si ha, met
tendo per le x i loro valori nell’ equazione ([b),
y (o' —p) + y (o"—p) 4- y (o” —p) H-.. 4- y(o M—p) = o.
Ora, se questa equazione si suppone risolta rispetto a p, si
avrà evidentemente per valore di p una funzione simmetrica
delle osservazioni ; e se dimostreremo ancora che, quando si ha
o’=o"= o'"—o"" = = oW=q,
si ha pure p = q, avremo dimostrato che p è una media.
Supponiamo la funzione ■]> (x) sviluppata in serie col teorema
di Maclaurin ; avremo :
^(x) = ^(o)+xy(o) + ~y'(o)-h T ^y ,, (o)-h....,
e siccome $ (x) deve conservare il medesimo valore cambiando x
in — x, così i termini di grado dispari devono sparire, e si deve
avere in generale
y (o)~y (o) = -y ir " (o) = ... — ù 2k + l (o) = o.
Ciò posto, se si ha
o'=o"— 0 "'= o"" =... = o(») = q,
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