ovvero, in secondi
z i — z — m 4-
T77 sen cp cos qp sen z
12 N á sen r ^ Y
(28)
m essendo dato dalla (27).
La formola precedente mostra chiaramente che la correzione da
apportare alla convergenza dei meridiani relativa alle sezioni nor
mali per ottenere quella relativa alla geodetica è una grandezza
del 4° ordine, e quindi fino al 4° ordine inclusivamente la (28) può
essere sostituita alla (18).
Per ottenere la stessa correzione in funzione della differenza
di latitudine cp' — cp e della differenza di longitudine 0' — 0
tra i punti A e B, osserviamo che nella (28) in luogo di^—?—^sen z
° N sen 1
possiamo scrivere (0' — 0) cos qp ed in luogo di s 2 il valore ap
prossimato
s 2 = sen 2 1” p 2 (qp' — qp) 2 -f- N J cos 2 qp (0' — 0) 5
Si ottiene:
z l —z — m
Nella fìg. 6 a si vede che gli angoli del triangolo sferoidico ABP,
ponendo A0 = 0' — 0, sono :
A 0 , z , 180 — z t ,
quindi la loro somma è
180° -f A 0 - — z).
Sarà quindi l’eccesso sferoidico del triangolo ABP dato da
A 0 — (z l — z),
cioè dalla differenza tra la differenza di longitudine e la conver
genza dei meridiani tra i punti A e B.
Ne risulta il teorema seguente:
L’eccesso sferoidico di un triangolo formato da due geodetiche che
partono da un punto B e da un meridiano che le taglia nei punti
A, C è uguale alla differenza delle convergenze dei meridiani tra i
punti C, B ed A, B.