ma
della Pasqua a tutto il mondo cristiano ;
questo savio regolamento fu trascurato .
Nel sistema del calendario adottato dal
concilio di Nicea , vi erano due piccoli er
rori astronomici , i cui effetti accumulati in
una lunga serie di secoli erano divenuti assai
considerevoli: Fimo, che la durata dell’anno
solare é di 365 giorni 6 ore, l’altro die a3 >
lunazioni compongono per 1’ appunto 19 anni
solari . La prima supposizione pecca per ec
cesso di circa undici minuti, e ne risultò elio
1’equinozio di primavera , che cadeva al 21
marzo nell’anno 325, cadeva agli 11 marzo
nell’anno 1682: la seconda pecca per difet
to , e verso la metà del secolo decimosesto i
noviìun] indicati dal calendario precedevano
di quattro giorni i veri noviluni dati dalle
osservazioni.
Già da lungo tempo si conoscevano i
vizi del calendario , e più volte , ma sempre
inutilmente , si era procurato di correggerli .
I grandi progressi dell" astronomia nei sedi
cesimo secolo fecero sperare un piu felice
successo a Gregorio XIII , geloso altronde
d’illustrare il suo pontificato con una rifor
ma strepitosa e necessaria , nella quale i suoi
predecessori si erano arrenati. In conseguen
za, egli impegnò solennemente lutti gli astro-