Full text: Saggio sulla Storia generale della Matematiche (Tomo Terzo)

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obbiettivi : perciocché cadendo i raggi sopra 
ima superficie sferica un po’ estesa, non vanno 
già , dopo averla traversata , a raccogliersi 
nel punto medesimo ; ciascun raggio lineare 
Ira il suo fuoco particolare , e quanto più è 
grande 1" aggregato di tutti questi fuochi, tan 
to meno è distinta la visione . Ciò chiamasi 
aberrazione di sfericità. Per procurarsi un’ im 
magine viva e chiara , era necessario di dare 
poca apertura agli obbiettivi , conservando la 
forma sferica, Cartesio ed altri geometri pro 
posero di abbandonare questa forma , e di 
sostituirvi delle curvature ricavate dalle sezio 
ni coniche, la cui proprietà era di raccogliere 
tutti i raggi nel medesimo punto . Ma oltre 
ché si fatti obbiettivi erano come impossibili 
ad eseguirsi con una sufficiente precisione , 
non avrebbero potuto rimediare che ad una 
parte del male : essi lasciavano sussistere 
t aberrazione di refrangibilità , cioè a dire , la 
dispersione de' raggi che proviene dalle loro 
rifrazioni ineguali . Si dovette pertanto ritor 
nare alla forma sferica ; ed allungando molto 
i cannocchiali, si poteva dare una certa esten 
sione agli obbiettivi, senza produrre una gran 
de aberrazione di sfericità ; ma questo allun 
gamento diminuiva il campo delia visione . 
Newton aveva sospettato che fosse possibile
	        
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