Full text: Saggio sulla Storia generale della Matematiche (Tomo Terzo)

JjìcCol foro , in nna camera oscura : a poca 
distanza dal foro, egli situò un prisma di ve 
tro , le cui facce erano perfettamente piane ; 
lo spigolo era abbasso in una situazione oriz 
zontale ; a canto della faccia più vicina al 
foro, egli adattò , col cemento una piastra di 
vetro , che faceva con questa faccia un se 
condo prisma volo, aperto in alto, nel quale 
pose deli’ acqua; il tutto era disposto in modo 
che la rifrazione prodotta dall’ acqua fosse 
distratta dalla rifrazione nel prisma di vetro , 
e che i raggi emergenti fossero paralleli ai 
raggi incidenti . Tutto questo apparato era 
quindi lo stesso come nella proposizione con 
troversa ; ma il colore de' raggi emergenti 
non fu già bianco, come Newton aveva asse 
rito ; pel contrario , 1’ orlo inferiore del sole 
era fortemente tinto dì azzurro , e 1’ orlo su 
periore era d’un colore rossastro . Laonde 
Dollond riconobbe da principio che 1’ acqua 
non disperde i colori tanto quanto il vetro , 
a rifrazioni eguali ; indi, avendo variato 1’ an 
golo al vertice del prisma d’acqua, per modo 
tale che la dispersione de’ colori fosse la me 
desima ne’ due casi , trovò che allora le due 
rifrazioni non erano eguali. Tutte queste os 
servazioni fecero ritornare Doilond al progetto 
<T Eulero, s più non dubitò eh esso non po-
	        
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