14 6
fubal terne, che pare, phe ila riforta in lui
|a vivacità dell* ingegno d’Archimede, il
che ha inoltrato ne libri delle Mecaniche,
ne quali chiaramente appare, ch’egli hab-
bia tornata quella facoltà nel fuo antico
fplendore. ScriiTe anco le dimoilrationi
de Planisferii, e non ha molto publicò una
dottiffima parafrafi degl’ Equeponderanti
d’Archimede tradotti da lui dal greco
nella lingua latina . ScriiTe anco, e fece
{lampare un libretto della correttione dell'
anno, e dell’emendatione del Calendario,
nel quale moitrò quanto eiTo vaglia ne
computi Ailrpnomici. Hora ha per le
mani molte opere, delle quali una gran
parte e per mandare in luce$ quelle fono
un gran libro de Canoni peleiti, ne quali
infogna per via di compaffo à trovar tutte
le queilioni, che appartengono al primo
mobile. Ha fcritto parimente un libro in
torno alla Coclea da inalzar Tacque, nel
le quali rende la ragione, e djmoitra Tef
fetto di quel maravigliofo In (Ir umento,
E’ anco per dar fuori un grandiilimo vo
lume di Perfpettiva, nel quale fenza al
cun dubbio fi tiene, che habbia da fupe-
r^re ^quanti altri hanno fcritto intorno
quel nobiliiìlmo Soggetto. Vive egli riti
rato in Monte Baroccio fuo Gattello, ove
attendendo à fludiare, & à fcrivere, vie
ne