Full text: Correspondance (Tome 2)

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ŒUVRES DE FERMAT. - CORRESPONDANCE. 
d’ogni comparazione con tutti de i secoli dopo loro, e però prudente 
mente fece quel Grammatico ardito Giulio Scaligero (che maggior epi 
teto non gli posso conceder io, quantunque i pedanti moderni gl’ affig- 
ghino il titolo invidioso di divino Critico), che in vece di far censura 
dell’ ultimo e forse il minore di essi, gl’ eresse un altare. Onde vera 
mente alle volte lamento la sorte che ci ha fatti 
Penitus loto divisos orbe Britannos ( J ), 
poi che abbiamo parecchie composizioni poetiche le quali meritareb- 
bono la luce ed il godimento universale, e per le quali capire, ho 
conosciuto quattro persone di spiriti sublimi ed ingegnosissimi (dui 
Francesi, e dui Italiani), che per aver visto delle grossiere interpre 
tazioni in prosa di certi carmi Inglesi, si sono applicati con fervore a 
studiare nostra lingua, per bever alla schietta fonte delle nostre acque, 
le quali hanno poi confessato avergli più sedato la loro sete in simile 
materia, che qualsivoglia ahondante fiume di altra regione in terra 
ferma. Per conformarmi dunque al voler di Y. S. I., ho messo in 
mano del messaggiero di Tolosa lunedì passato un involto contenendo 
il mio detto libro, del quale veramente non ne aveva più copia ap 
presso di me, avendo per ciò scritto in Inghilterra, dove è stato ris 
tampato questo trattato tre o quattro volte in ambedue le Università 
di Oxonio e Cantabrigia; e poi che lei si vuole penare di dar un’ 
occhiata a questo mio componimento, mi rallegro molto che ciò sia 
nella lingua nella quale io l’ho conceputo, per esser che quantunque 
il traduttore sia stato uomo dottissimo, e la sua traduzione ossami- 
nata per tutto il Collegio dei Dottori Inglesi di questa Città, tutti 
valenti Teologi i quali la fecero fare per servir allo studio di tutti i 
loro seminarli, nientedimeno egli è cosa certa, che ci è gran differenza 
tra l’originai ed il transcritto, in quanto al vigor dell’espressione, e 
credo che dopo aver vissuto sempre in nostra corte polita, c conver 
sato continuamente co’l Bacone, il Seldeno e altri maggiori lumi della 
( 1 ) YlftGIL.lt Eclog. V. 67.
	        
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